VENERDI’ SANTO

Pubblicato giorno 11 aprile 2020 - Senza categoria

Anche noi oggi siamo pellegrini del dolore per questa pandemia che ci fa gridare come Gesù morente “Mio Dio mio Dio perché mi hai abbandonato”.
Riflettere sulla sua Passione è l’opportunità che il Signore ci dà per diventare noi e la nostra storia, storia nuova, perché tutte le morti del mondo non siano passate invano.
La passione di Gesù è la storia di un uomo innamorato di Dio e degli uomini. La fedeltà a quest’amore è per molti scandaloso e lo porta fino all’esito estremo della morte. Ciò che Gesù compie è la continuazione estrema di una vita vissuta con passione, con intensità, non passando indifferente vicino a niente, ricca di tutti i sentimenti che un uomo può provare. Ricca di misericordia di fronte agli ammalati, di tenerezza di fronte alle madri o ai padri che hanno perso i loro figli, di ardore quando si scaglia contro i farisei e gli scribi ipocriti. Gesù rimane fedele alla sua vita, al suo amore per l’uomo e per Dio al quale si rivolge chiamandolo “Padre”. Di lui si fida e a lui si affida.
In Gesù possiamo anche noi acquisire la forza per compiere il nostro viaggio fino in fondo, per vivere con passione la nostra vita. Nei personaggi presenti nel racconto della passione ci possiamo rispecchiare per capire come noi viviamo nella vita di ogni giorno, con quali atteggiamenti e con quale fiducia o paura per comprendere più in profondità la nostra vita. Nella croce di Gesù si scontrano due mondi diversi: quello della forma e della maschera e quello di fare della propria vita qualcosa di vero, di importante, di significativo. Gesù sceglie di fare della sua vita un dono. “Pane spezzato e vino versato”. Gesù vuole che la sua vita diventi per noi e per il mondo alimento, vita, sapore, gusto, senso e felicità. Così Gesù affronta la sua sofferenza che “Non gli sarà tolta”.
Neanche a noi la sofferenza viene risparmiata, ci dobbiamo confrontare con la paura della fine, del fallimento, della morte, ma sappiamo che ciò che è frantumato crea nuova vita. In ogni eucaristia celebriamo l’amore donato.
Perché l’amore non si arrende, non può credere alla fine. Chi vive nell’amore conosce l’eternità.
Le donne presenti al momento della sua passione e morte sperano al di la di ogni speranza, per questo saranno le prime testimoni della resurrezione. L’Amore è più forte della morte.